Prova

Ora: l'idea era quella di provare a buttare giù un soggetto (eresia! ). Solo che la cosa sembra essere alquanto difficile. Così procedo con i piedi di piombo e, prima di annodarmi su me stesso, posto questo che potremmo definire uno spunto. Provo dunque a sottopormi al giudizio del pubblico, ma mi raccomando, che i pomodori siano completamente marci, che fanno meno male.


Prologo televisivo: una puntata dei mysteri di Mystere su Giordano Bruno. Il filosofo viene presentato innanzitutto come uno dei primi sostenitori della teoria copernicana, Martin farà un riassunto della sua vita fino alla morte sul rogo che porterà Bruno a diventare uno dei simboli e dei martiri del libero pensiero. Poi si parlerà delle teorie di Frances Yates, cioè del Giordano Bruno ermetista e mago, che anche per questo motivo risultò sospetto al patrizio veneziano Giovanni Mocenigo che lo denunciò all’Inquisizione.
Alcuni giorni dopo: il BVZM riceve una mail collegata alla trasmissione di cui sopra. Trattasi delle speculazioni di uno studioso che vuole sottoporre al giudizio del Professore le sue ricerche. Colto nel vivo del suo orgoglio il nostro eroe legge il messaggio.
Perché Giordano Bruno, dopo aver girato l’intera Europa decise di ritornare in Italia? E perché a Venezia e non vicino alla natia Nola?
Propone una teoria ricostruendo l’itinerario dei viaggi del filosofo. Bruno fu in Inghilterra e a Francoforte, due delle regioni che pochi anni dopo la sua visita sarebbero state popolate dalla fratellanza dei Rosa-Croce, in precedenza Bruno era stato a Parigi, e anche lì, qualche anno dopo sarebbero apparsi manifesti degli “invisibili”. Ma se G. B. sembra legato alla misteriosa fratellanza, rimane tuttavia la domanda iniziale, perché Venezia?
La risposta è un nome, quello di una personalità che lega Parigi e Venezia, Guillaume Postel. Questi visse nel sogno di una grande riforma religiosa, che avrebbe dovuto essere compiuta in origine dal re di Francia, ma successivamente Postel vide in Venezia la città perfetta, quella dominata dal miglior sistema di governo possibile.
I Rosacroce avevano anche loro il sogno di creare una grande riforma, nei loro manifesti si presentano come il governo perfetto del mondo, e in particolare Giordano Bruno aveva anche lui inizialmente cercato di affidare un grande incarico di riforma del cosmo intero al re di Francia, come documenta la sua opera “Spaccio della Bestia trionfante”.
Ora l’autore della mail scrive di aver scoperto che Giordano Bruno si era recato a Venezia per conto dei Rosa-Croce per recuperarvi un oggetto che vi era stato lasciato da Postel, ma era stato fermato da Giovanni Mocenigo prima di riuscire a completare la missione.
Tuttavia Bruno era riuscito a affidare il suo segreto ad un altro illustre seguace di Postel…
A questo punto la mail si interrompe. Il misterioso autore chiede a Martin di incontrarsi di persona, qualora abbia voglia di conoscere il resto della storia. L’appuntamento sarebbe a Venezia, nella sal del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale per il giorno X alle ore Y, segno di riconoscimento sarà una T-shirt con una rosa rossa. Naturalmente ci sarebbe la possibilità di recuperare il mysterioso oggetto.
Martin cede ovviamente alla curiosità. A Venezia incontrerà l’autore della mail, un tipo sui trentacinque anni di nome Filippo Archinto. Questi dirà di aver voluto incontrare il BVZM sotto il grande quadro del Paradiso di Tintoretto per un motivo specifico, ma propone di proseguire il discorso in un luogo meno affollato.
Secondo Archinto, Postel avrebbe recuperato niente meno che il famoso Palladio. Secondo la leggenda infatti l’oggetto che proteggeva l’antica Troia fu poi portato a Roma da Enea e infine a Bisanzio da Costantino quando decise di costruire la sua nuova capitale. Postel lo recuperò da lì durante un suo viaggio in Turchia e voleva consegnarlo al re di Francia, ma poi decise di lasciarlo a Venezia e lo affidò alla comunità dei fratelli di San Rocco, che sapeva lo avrebbero usato bene. Questo avvenimento è mostrato “in codice” nel quadro dell’Adorazione dei Magi di Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco, dove Guillaume Postel è raffigurato come uno dei tre portatori di doni. Lo stesso Tintoretto, non era un semplice pittore, ma un membro della fratellanza di San Rocco, anzi verso la fine del XVI secolo era forse uno dei membri più in vista, dato che Giordano Bruno contattò lui per avere il Palladio e consegnarlo ai Rosa-Croce.
Lo scambio non avvenne, a causa dell’intervento del Mocenigo. Archinto è al corrente di questo perché discende da una famiglia con cui il pittore era in corrispondenza all’epoca. L’ultima lettera del pittore rendeva noto il suo desiderio di dipingere il grande quadro del Paradiso in Palazzo Ducale per poter rendere omaggio ancora una volta con la sua opera “A nostra Signora, che la ci mostri la strada di salvezza nostra, ora che siam vicini alla morte.”
Archinto non sa ovviamente che pesci pigliare, così ha chiesto aiuto ad un esperto.