Agarthi - Il Forum di Martin Mystère

La bustina di malerba, che Eco mi perdoni

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view post Posted on 11/10/2007, 18:24
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Il Dybbuk

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Inauguro oggi questa nuova rubrica settimanale che, come avrete intuito, si ispira alla ben più nota Bustina di Echiana memoria.
La "Bustina di Malerba" che dà il titolo al topic, come senz'altro sapete, indica la quantità di erba che sono solito fumare prima di scrivere un servizio.
Vista l'eccezionalità dell'evento ("la prima volta non si scorda mai", diceva Stradivari all'acquirente dubbioso) incomincio pubblicando due servizi, dalla prossima si passerà ad uno, a cadenza settimanale.
Va da sè che, nel remoto caso che qualcuno voglia contribuire ad esporre al prossimo la propria visione del mondo, può farlo liberamente senza costrizione alcuna.

Ecco i primi due pezzi (i quali giacevano da tempo sul mio pc e di cui riesco finalmente a sbarazzarmi)

Buona lettura!



COME DISTINGUERE UN COLLEZIONISTA DI FUMETTI

Fin dalla tenera età, sono stato posseduto da un demone, senza dubbio buono, ma in certo qual modo efferato, forse il più lascivio fra i vari Demoni che si disputano l'animo umano: il demone del Collezionismo di Fumetti.
Il Collezionismo di Fumetti, come ogni individuo che ne ha sperimentato su di sè gli effetti, è infinitamente più crudele ed empio del suo 'collega' Bibliomane.
Il Collezionista di Libri, in effetti, tende solamente ad accumulare i volumi che, fra un mercatino dell'usato e un Mondadori Multistore, riesce ad accaparrarsi, senza badare a qualsivoglia altra futilità;
il Collezionista di Fumetti, invece, ben conscio della propria responsabilità di fronte agli occhi del mondo o meglio, della propria Moglie/fidanzata o, ancor peggio, della propria madre, sa bene che non basta acquistare cataste di albi e stiparli nella propria casa, facendo talora uso della cantina o del solaio, a seconda del luogo in cui dimora, ma è, anzichenò, costretto a conservarli nella maniera più congeniale.
Più congeniale, sia chiaro, non equivale a conservare i fumetti così che essi possano perdurare il più a lungo possibile, di modo che la loro quotazione sul mercato dell'usato aumenti e il Collezionista diventi ricco.
No, più congeniale sta a significare, secondo il famoso Assioma di Brodosky-Ekòs, <<il metodo di catalogazione del fumetto nello scaffale, affinchè tale fumetto sia sempre e costantemente sotto l'occhio vigile del Collezionista, il quale deve aver in ogni minutoprimo la libertà fisica ed emotiva di poterlo sfogliare per qualsivoglia occasione, senza tralasciare, però, la conservazione fisica del fumetto stesso.>>
La Teoria della Conservazione del Fumetto, tanto cara ai Collezionisti di 1° specie, si incontra, quindi, con la Legge del Reperimento Repentino dell'Albo, a cui fa seguito una vasta schiera di Fumettofili.
Devo dire che la maggior parte dei Collezionisti che ho avuto piacere di incontrare sono Collezionisti di 1° specie e, questo, inevitabilmente, ha portato spesso a contrasti ideologici. Una volta ero a casa di un mio amico, A.P., la cui famiglia era Collezionista di 1° Specie da generazioni, il quale mi aveva invitato nella sua magione per mostrarmi i suoi ultimi ritrovamenti, un vecchio "Martin Mystère" dell'87 e un "Tex Tre Stelle" datato maggio '81. Ora, destino volle che, all'interno del succitato albo di Mystère, vi fosse editata la 2° parte di una storia della quale, ahimè, avevo letto solo la prima sequenza (il 'detective dell'impossibile' aveva la fastidiosa abitudine di raccontare le proprie peripezie suddividendole in un numero vario di albi). Ovviamente, io, essendo Brodoskyano convinto, non credevo, e non credo tutt'ora, nell'Immortalità dell'Albo, cosicchè osai chiedere all'amico di farmi leggere la conclusione di quell'avventura che, da mesi e mesi, mi impediva di prendere sonno come il resto dell'umanità.
L'amico (benchè costante frequentatore di Solarium e diavolerie affini) impallidì di colpo e divenne un tronco, dopodichè, ripresosi un poco, il ceppo mi invitò a rincasare con una banale scusa. Io bofonchiai qualche sommesso perdono ma, da allora, ho sempre evitato di dialogare di Fumetti in sua presenza.


COME ACQUISTARE "TOPOLINO"

Posso ben dire di aver imparato a leggere sfogliando "Topolino". Del resto, la maggior parte del popolo italiano ha appreso l'ABC della lingua nazionale scorrendo sotto i propri occhi i balloon che brava gente (con un signor bagaglio culturale) come Cimino, Scarpa o Pezzin scriveva per dilettarci, dilettarsi e, ovviamente, portare a casa la pagnotta.
Ora, circostanze più o meno fortuite hanno voluto che le mie finanze, da un lustro a questa parte, siano elargite perlopiù al signor Bonelli in luogo della premiata ditta Disney Italia.
Al tempo stesso, però, da bravo Peter Pan, continuo imperterrito a tenermi costantemente aggiornato su tutte le novità del settimanale più famoso d'Italia.
Cosicchè, talora capita che, vuoi per la presenza di una storia di Faraci o Artibani o Ziche, vuoi per un evento di imprescindibile importanza, debba recarmi ad acquistare una copia del Topo di turno. E dove farlo, se non al luogo eletto per acquisti del genere?
Il post-adolescente che vuole portarsi a casa il nuovo giornaletto di casa Disney deve, innanzitutto, possedere una buona dose di coraggio innato, deve avere un'indole donchisciottesca per affrontare gli insormontabili ostacoli che si frappongono durante il cammino verso l'agognata copia.
Uscito di casa, lo sventurato giovine (a cui, novello Faust, piacerebbe stringere un patto con Mefistofele per regredire del tutto allo stato infantile, non che mentalmente non lo sia già) incappa in una serie di nemici che, chi più spietato, chi più subdolo, tentano con tutti i mezzi di non fargli comprare "Topolino". In particolare, il ragazzo fronteggia, nell'ordine:
il vicino di casa che lo conosce da quando era nella culla e che sa benissimo che va a comprare "Topolino", ma che non può fare a meno di chiederglielo per poterlo sbeffeggiare; il collega di lavoro del padre che, pur ricordandosi a malapena di lui, lo subissa di domande e poi andrà a spifferare tutto al genitore; la vecchia pettegola che lo scruta con occhio sospetto e poi andrà a spifferare tutto al quartiere; il barista che fa tutto tranne che stare al bar e commenta in dialetto lombardo (il dialetto lombardo non deve mai mancare in un perfetto pettegolo) all'amico in cassa integrazione; gli operai del cantiere (c'è sempre un cantiere, altrimenti le strade pedonali sarebbero troppo facilmente percorribili) che, con i modi rudi tipici degli operai del cantiere, sottolineano la sua nerdaggine ("Va la', chel' lì l'è un nerd", "Ah! Ah! Sfighiz!"); il perbenista che non può non chiedersi "ma questo non va mai a scuola?" (apro una dovuta parentesi: il nerd, solitamente, nella accezione più stretta del termine, sembra un ragazzino di 14-15 anni che pensa solo ai videogiochi e ai fumetti; ora, nel mio caso, questo è tristemente vero); La Ragazza, una qualunque, ma che basta a far vergognare al nerd del prossimo acquisto di "Topolino" e che ripropone l'annoso problema delle ragazze.
Infatti, per qualche oscura ragione, il nerd, o comunque qualsiasi soggetto che a 20 anni compra "Topolino", non ha quasi mai la ragazza. Il "quasi" è dovuto a fattori extra-ordinari, quali abilità dialettica, odore ascellare gradevole e assenza di occhiali.
La ragazza, per il giovane fumettaio, è poco più di un sogno, è l'Elemento 0, quello che agogna dal giorno di nascita (ecco spiegato lo 0). Ovviamente, secondo solo all'ultimo "Martin Mystère".
Superate tutte queste traversie, il ragazzo entra nell'edicola e qui (proprio come in un videogame) deve affrontare l'ultimo livello. Il "Cattivo", in questo caso, è rappresentato dall'Edicolante, mysteriosa figura che:1-non saluta;2-guarda in che reparto vai;3-guarda cosa guardi;4-guarda se sfogli l'albo o no;5-quando volgi il tuo sguardo a lui, immediatamente finge di sfogliare la prima cosa che gli capita a tiro (ecco perchè tutti gli edicolanti, ad un certo punto, esclamano "Maronn', Marì, te l'avevo di pota' la sequoja!";gli edicolanti sono sempre di Napoli).
In quel momento il giovane si accorge che l'Edicolante lo ha guardato per tutto il tempo, cade in una momentanea depressione e arrossisce; nel 94% dei casi, a questo punto, decide di lasciar perdere la nuova storia di Faraci ("Speriamo che non sia piaciuta a nessuno sul forum") e, secondo quella regola per la quale una volta entrati in una edicola non si può uscirne a mani vuote ma bisogna comprare anche la più immonda e insignificante schifezza per non sembrare scortese, il giovane, afflitto, torna a casa mesto e deluso, conscio di dover inventare al più presto una scusa da pubblicare sul forum.
Ma intanto arricchisce la collezione di "Stantuffami".
 
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view post Posted on 12/10/2007, 14:02

Vecchio Saggio

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SONO MALATO...HO TUTTI I SINTOMI DESCRITTI
 
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Prof. Mystère
view post Posted on 13/10/2007, 09:15




Muahahahahahahah! :lol:

CITAZIONE
La ragazza, per il giovane fumettaio, è poco più di un sogno, è l'Elemento 0, quello che agogna dal giorno di nascita (ecco spiegato lo 0). Ovviamente, secondo solo all'ultimo "Martin Mystère".

:D
 
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view post Posted on 14/10/2007, 11:23
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Vecchio Saggio

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FUMETTI E TRENO

Il treno è una manna per l'appassionato di fumetti. La tratta Padova - Venezia è perfetta. Percorsa su un treno interregionale dura esattamente il tempo necessari per leggere un comune albo di formato bonelliano, mentre se avete da leggere uno speciale o un albo di lunghezza simile è consigliabile prendere un regionale. Se invece dovetee leggere un gigante niente paura: trenitalia vi viene incontro con ritardi perfettamente studiati all'uopo.
Ovviamente si va incontro agli sguardi di disapprovazione di chi sta leggendo cosmopolitan o grazia e pensa che chi legge un fumetto dopo l'età di sette anni sia un demente (probabilmente pensano che chiunque legga qualcosa senza foto patinate sia un demente, ma questo è un altro discorso), a questo inconveniente c'è un rimedio: prima di estrarre la vostra copia di fumetto acquistata fragrante all'edicola della stazione (quel luogo dove ormai vi trattano come un figlio, o meglio come colui che daì da mangiare ai loro figli), guardate con assoluto disprezzo il lettore di riviste, poi con sussiego immergetevi nella lettura del vostro Martin Mystere e rialzate gli occhi solo a fine percorso.
Il vero problema della lettura in treno possono essere i rumori molesti: non mi riferisco al confortante To-Des-Ca-Deng della ruota sulla rotaia che anzi concilia la lettura, ma alla strana fauna che sembra popolare i treni. Esiste un po' di tutto: dai vecchiotti che parlano dei loro acciacchi (questa specie, non troppo fastidiosa in realtà sembra però essere in via d'estinzione), ai finti manager (che in realtà sono truffatori) ai quali deve suonare per forza il telefonino duecentoquattordici volte in dieci minuti (in realtà sono loro stessi che si chiamano con il secondo cellulare, ma il manager DEVE parlare al telefonino quindi si calano nel ruolo), ai bambini delle medie che armeggiano sempre sui telefonini e provano tutte le 517 suonerie del loro nuovo Nokia 76153974 bis "tifaccioancheilcaffè", per non parlare dei bambini dell'università (di solito appartenenti alla facoltà di economia e commercio di Ca' Foscari) che devono mettere l'intero vagone al corrente delle loro avventure erotiche con un preservativo al mango e papaia (sic).
Questi inconvenienti possono rovinare la lettura comoda e rilassata del fumetto prescelto, esiste però una strategia per evitare il problema, che consiste nel premunirsi portando con sè un riproduttore di musica dotato di auricolari caricato con della musica che si è già sperimentato essere innocua e conciliante alla lettura.
E ora che conoscete tutti i pericoli, buona lettura!
 
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Deki5
view post Posted on 14/10/2007, 13:53




:D :D :lol: :lol:



P.S.: io sono per la Legge del Reperimento Repentino dell'Albo ;)
 
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view post Posted on 14/10/2007, 17:52
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Il Dybbuk

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:D

Collega Pletone, mi trovo interamente d'accordo con la Sua esamina, e mi preme sottolineare quanto il triste problema abbia valicato i confini regionali atticchendo anche qui in Lombardia. Postilla: anche io ho adottato il metodo da Lei prescritto.

@Deki:W la LRRA! ;)
 
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view post Posted on 19/10/2007, 09:12
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Il Dybbuk

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COME STARE SEDUTI A LEZIONE

Chi ha la fortuna di frequentare l'università (inteso come "frequentare le lezioni, perlomeno alcune", ma non si capisce che senso avrebbe iscriversi e non presentarsi mai, a quel punto meglio accumulare conoscenze da autodidatti, reinvestendo l'enorme somma per la retta a volumi e libercoli vari), sa bene che, solitamente, i corsi "più importanti" (ma anche in questo caso la definizione è di comodo) richiamano un numero impressionante di gente affamata di sapere.
Cosa voglia sapere precisamente, è un altro discorso, su cui non mi dilungherò:il lettore certo, saprà bene la situazione in cui riversa il nostro Paese, per cui non si meraviglierà scoprendo che, durante l'eloquio del professore, sbarazzine fanciulle discutono sul Nuovo Tronista di Maria, o eminenti giovanotti compiono esperimenti linguistici sul Fuorigioco Che Non C'Era. Ma questo ora non ci interessa.
La cosa che mi preme far conoscere all'umanità è la condizione disagiata dello studente, in particolare il Ritardatario.
Il ritardatario, nella definizione più comune del termine, è <<colui che arriva tardi>>.
Il "Tardi" può significare, a seconda delle circostanze, <<a lezione già avviata>>(cosa che fa infuriare il Professore, distogliendolo un momento dalla sua esposizione) o <<a posti già occupati>>, quest'ultima con la variante, molto frequente, <<dell'aula strabordante>>.
Il tapino, quindi, si ritrova costretto, per cause di forza maggiore, ad appoggiare il proprio espelletore naturale sul pavimento.
A questo punto si impone una spiegazione sul pavimento: esso, per essere conforme alle leggi, dev'essere necessariamente ricoperto da uno strato di fuliggine (la cui provenienza è tutt'ora ignota) nera come il carbone e dallo spessore di due-tre dita, così che lo studente si sporchi per bene; fiocchi di polvere devono svolazzare qua e là, irritando il naso e stimolandolo a violenti sternuti; non devono mancare, e guai a chi non provvede a rimpolparne la scorta, pezzi di carta, mozziconi di matite mangiucchiate e tappi di biro che, a giudicare dall'aspetto, risalgono probabilmente alla calata longobarda.
Una volta che il Professore entra nell'aula, prende posto sulla sua comoda sedia (rivestita in pelle umana e munita di 4 efficienti rotelle, le cui utilità sono ancora al vaglio degli esperti) e compie tutti quei rituali che hanno reso famosa la figura del docente nel mondo, lo studente è pronto:con solerzia e smaniosa voglia di apprendere estrae dalla cartella la sua copia del Quadernone e la penna e si dispone nella rilassante posizione "a gambe incrociate", sicuro che, così, nelle prossime due ore non avvertirà minimamente stanchezza alcuna.
Infatti, passato il quarto d'ora, il ginocchio sinistro comincia a dolere mentre la scarpa destra si è inevitabilmente fusa alla tibia opposta. Il giovine cerca, allora, di rimediare intonando un mantra, evitando di farsi udire dagli altri colleghi (comunque troppo impegnati a ciarlare del più e del meno per accorgersene). Attenzione, però, la stessa posizione "a gambe incrociate" è stata creata dai monaci tibetani, per cui, se pronunciate con troppa veemenza "Om mani padme um", rischiate di elevarvi in aria suscitando lo stupore generale (per almeno qualche secondo, dopo di chè tornerà ciascuno alla propria occupazione).
Conscio del rischio che correrebbe, il ragazzo prova a cambiare posizione. Il galateo prevede di spostare prima la gamba sinistra (per le virtù femminili del lato mancino che risalgono al Femminino Sacro, ma consultate "Il codice da Vinci" per saperne di più); ciò, però, non è possibile, in quanto il compagno al vostro fianco vi ha gentilmente privato dello spazio necessario sdraiando i propri arti inferiori; inutile dire che anche il lato destro è inutilizzabile, stavolta per la presenza della valigia (sic) di un altra compagna, o dell'immenso, quanto inutile, impanto stereofonico, se vi trovate vicino alla cattedra.
Arrivato a questo punto, al povero studente (che, nel frattempo, non ha assolutamente ascoltato una parola del Professore, perdendosi, così, importantissimi passi riportati pari pari dal libro, infarciti da gustosi aneddoti sulle insospettabili arti amatorie di Pipino il Breve) non resta che lanciarsi in ardite torsioni che susciterebbero l'invidia del miglior Houdinì.
Piegando la caviglia destra a 90° gradi riesce ad attutire il dolore alla rotula, ma provoca lesione permanente al malleolo; alza, allora, l'intera gamba assaporando, vittorioso, il rilassamento dei vari muscoli, ma la gioia è effimera: il tizio davanti reclama spazio per la gobba.
Il poveretto non ce la fa più, comincia a sudare freddo:e decide per la Soluzione Finale. Il Rannicchiamento.
Dispone le gambe in parallelo, a formare, ognuna, un triangolo isoscele avente come base il pavimento e come vertice alto il ginocchio, e vi si appoggia, sconsolato.
Comincia a guardare l'orologio, ma il tempo è impietoso e lo avverte che manca un'altra mezz'ora, durante la quale, non solo il ragazzo non scriverà più nessun'appunto (solo poi si accorgerà di non aver scritto neanche prima, quando, in treno, ripenserà alla futilità della giornata trascorsa) e non penserà a nulla, ma comincerà ad osservare gli altri studenti, quelli nella sua medesima condizione:ragazzi seduti uno sopra l'altro, gente impiccata alla cordicella delle veneziane e scheletri ricurvi con la penna in mano; e allora si accorgerà di non essere, per usare un eufemismo, "quello messo peggio".
Un sorriso brillerà sul suo volto, di colpo le parole dell'insegnante ricominceranno a rientrare per i suoi canali uditivi e la mano ricomincerà a scarabocchiare l'illibato quaderno. E la felicità riempirà di nuovo il suo cuore.

"Bene, ragazzi, per oggi è tutto. A domani".


Domani? AAAAAARRRGGHHHHH!!!!
 
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view post Posted on 25/10/2007, 17:43
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Il Dybbuk

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GUIDA ITALIANA PER MACCHINISTI

Nel probabile caso che qualcuno dei miei venticinque lettori sia in cerca di lavoro, suggerisco la lettura di questo decalogo durante il quale illustrerò, basandomi su svariate osservazioni condotte durante gli ultimi mesi, le procedure e le movenze che un perfetto macchinista deve realizzare per manovrare nel miglior modo possibile quell'eccezionale mezzo di locomozione che è il treno.

1)Il macchinista deve, durante la guida, alloggiare necessariamente nell'apposito vano situato nella locomotiva;
tale affermazione può apparire un'ovvietà, ma è provato che non sempre ciò avviene: capita spesso, soprattutto durante certe fermate, e special modo in caso di treni regionali, di vedere il macchinista scendere col capotreno ad aspirare del buon fumo tramite filtro; lo scopo recondito è, banalmente, aumentare le possibilità di ritardo.
2)Il macchinista deve avere come scopo primario del suo lavoro la creazione di un quantitativo soddisfacente di ritardo, quali che siano l'ora di partenza, la stazione di partenza, quella di arrivo, le condizioni climatiche;
la regola è semplice: la missione del macchinista non è portare i passeggeri a destinazione, ma giungere a destinazione (perchè l'arrivo alla meta è obbligatorio) riuscendo a collezionare quanto più ritardo possibile; la missione è spesso e volentieri richiestagli dalla società datore di lavoro ma capita frequentemente che sia incentivata da scommesse clandestine fra macchinisti,capitreni e quant'altro. Sono piuttosto rari casi di macchinisti giustificanti il ritardo come Dono della Provvidenza.
3)Il ritardo deve essere accumulato nei modi più sfacciatamente evitabili e irritanti possibili, così da istillare l'odio mortale nel passeggero (spesso già snervato) e portarlo alla follia più totale;
il ventaglio di proposte a disposizione del macchinista è molto ampio:il macchinista più giovane si limiterà a partire tardi senza motivo, quello più scafato, furbescamente, si fermerà più volte in mezzo al nonnulla, quello più subdolo opterà per la sosta di venti minuti in una stazione, quello più sbarazzino percorrerà tre quarti del percorso totale a passo d'uomo.
4)Il macchinista, presa visione dei punti 1->3, non deve MAI accontentarsi di procurare ritardo, anzi, deve costantemente incentivare il fastidio verso i passeggeri;
la tecnica più usata è il Rollamento Ortocentrico: il punto ove si intontrano le altezze dei vari lati della carrozza deve costituire il fulcro di un vortice, intorno al quale tutto (finestrini, poltroncine, le pareti stesse della vettura) deve vibrare rumorosamente e muoversi con preoccupante (in realtà solo apparentemente preoccupante, almeno di spera, e sperano gli erranti viaggiatori) schizofrenia.
5)Come supplemento al punto 4, il macchinista deve far fischiare il treno senza motivo, a intervalli matematicamente irregolari;
lo scopo è dare al passeggero l'impressione di evitare la collisione con un altro treno per il rotto della cuffia.
6)Come complemento al punto 4, il macchinista deve produrre quanto più rumore possibile;
la soglia del dolore, corrispondente a 130 decibelSPL è già, per Legge, ampiamente superata. Il compito del macchinista, in questo caso, è semplice:i 250 dBSPL (udibili all'interno di un tornado) sono facilmente raggiungibili con qualche accorgimento(cfr.punto 4).
7)Il macchinista deve indossare sempre una tuta blu-violacea impataccata da testa a piedi di oli, grassi artificiali e zozzume a piacere.
8)Il macchinista deve evitare ogni contatto con i passeggeri e, nel caso questo non possa avvenire, deve mostrare sempre sguardo truce e mefistofelico;
lo scopo di questi ultimi 2 punti è, va da sè, incutere maggior timore ai viaggiatori.
9)Il macchinista deve sempre vedere il semaforo come di colore rosso, anche quando esso, in aperta campagna, non lo è; è tollerata, però, visto l'eccessivo ardore nel rispettare tale punto negli ultimi tempi, una certa elasticità da parte del guidatore.
10)Ultimo, ma non per importanza, il macchinista deve percepire uno stipendio adeguato alla mole di lavoro svolto; tale definizione può essere letta anche come "uno stipendio da miserabile".

Per concludere, i macchinisti costituiscono una categoria di basso livello, una sorta di Museo dei Reietti ma, come accade per tutte le categorie ime, è d'uopo ammetterne l'importanza pratica e sociologica; riguardo a certi peccatucci veniali..chi non ne ha?
 
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view post Posted on 18/11/2007, 19:08
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Il Dybbuk

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COME NON TIFARE ITALIA E USCIRNE VIVI

Sapete, ci vuole un grande sforzo, sia fisico che mentale, per riuscire ad uscire vivi da una partita della Nazionale vista insieme ad amici e parenti se si odia la Nazionale stessa (che, fra le altre cose, è la propria).
Passi per la squadra di club, ma andare contro la Nazionale di calcio è come commettere Alto Tradimento verso lo Stato per gli amanti del Bel Paese.
Come districarsi dalla buffa situazione?
Ci sono vari metodi:
1-stare zitti. Tacere per tutta la durata dell'incontro non è solo un ottimo palliativo, ma aiuta a distrarsi perchè si verrà inevitabilmente portati a pensare ad altro. Il pericolo è costituito da coloro che chiedono conferma ai loro pareri:"Ahò, ma quello era fallo! Giusto, Max?". In quel caso state pronti a rivegliarvi dal torpore cerebrale e dite sempre di sì, a qualunque cosa si riferiscano.
2-rigirare le idee dell'Altro. Il metodo consiste nel manifestare il proprio pensiero non esprimendolo apertamente, ma rivoltando il pensiero del tifoso avversario mentre egli è impegnato a seguire l'azione successiva:
"Ma crispi, ma questo qua era rigore grande come una casa!"
l'azione riprende e prosegue
"Sì, ma senti...tornando a prima, secondo me non era proprio 'sto gran rigore... no, direi proprio di no"

In tal modo l'utente assorbirà il vostro commento e lo memorizzerà, ma sarà troppo concentrato sul pallone perso da Ambrosini per leggerlo; ma voi avrete la coscienza a posto.
3-fingete di tifare Italia. Questo metodo sarebbe da sconsigliare in quanto palesemente disonesto, ma, in casi particolarmente perigliosi, è possibile alleviare la pena indossando la tenuta da Tifoso Italiano (tuta, sciarpa, maglia e amenità del genere). Consiste nell'accomodarsi su una sedia ponendo le mani sotto un tavolo che deve essere, mi raccomando, piuttosto ampio e, in caso di gol dell'avversario dell'Italia, nell'imprecare vistosamente: nella baraonda generata dall'insieme di insulti (per non dire di peggio), potrete tranquillamente esultare a pugno chiuso sottobanco per un po' di minuti, fino a che la palla non torna a centrocampo.
4-fate domande e commentate costantemente. Un buon metodo è anche quello di esprimere un proprio commento-lamentela su ogni argomento sul quale sapete già che gli altri concordano. Nel caso della Nazionale italiana, specialmente se trasmessa da RaiUno, potete sbizzarrirvi; eccone un piccolo campione da sfoderare al momento opportuno:
"Ehi, certo che Civoli ha proprio una voce antipatica"
"Cavolo, ma Capello doveva far l'allenatore, mica star qua che, tra l'altro, si piglia una valanga di soldi per dire due fesserie"
"Uff! Ma quanti minispot fanno?"
"Oh, ma certo che la maglietta bianca è proprio brutta!"
"Oh, ma se piove, il campo è bagnato!"
"Oh, ma un altro minispot?!?"
"Eh però Zambrotta oramai non è più quello di una volta"
"Guardate lo stadio com'è pieno!!"
"Ehi, volete due patatine?"
"Eh certo che col digitale terrestre si vede meglio che senza"
"Cavoli! Ma siamo già al 36°?"
"Ma quando danno la linea a Carlo Paris? Che ci sta a fare se non lo fanno mai parlare?"
"Certo che Donadoni è proprio un raccomandato"
"Io cambierei" x "con" y
"Io farei entrare" x
"Uè, dopo la partita fanno Arma Letale 2! Bello! A voi piace?"

Questi sono solo alcuni dei metodi utilizzati dai tifosi di calcio anti-Italiani che hanno la faccia tosta(o la sventura) di risiedere in Italia.
Ma, a quanto pare, ne sono rimasti pochi.

Nel caso, io non vi ho detto niente, eh?
 
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view post Posted on 26/11/2007, 19:03
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Il Dybbuk

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COME GESTIRE UNA LIBRERIA REMAINDERS-1° parte

Se avete la (s?)fortuna di abitare in Lombardia o in Piemonte, vi sarà senz'altro capitato di entrare in una famosa catena di librerie-remainders diffusa in varie città.
L'ingresso in una di queste librerie L. è un'esperienza incredibile, da provare assolutamente, se siete biblio/fumetto/carta stracciofili: centinaia e centinaia di costine multietniche vi guarderanno dall'alto degli scaffali, implorandovi di comprarli e portarli con voi a casetta vostra, ove potranno finalmente uscire dalla massa e divenire "qualcuno".

Ma come sono organizzate queste librerie? Nel caso vogliate aprirne una, ecco una rapida sequenza di topoi che dovete assolutamente rispettare.

Il potenziale acquirente, solitamente, è un biblio/fumetto/ecc.ecc.ofilo, come detto prima, e quindi un individuo strano. Se ha scelto di entrare nella vostra libreria L., potete stare certi che è alla ricerca disperata di almeno 5 libri universitari (che non vuole pagare a prezzo intero, cioè a peso d'oro, e di cui non v'è traccia nelle biblioteche) e di una tutto sommato capiente lista di volumi da acquistare per puro piacere (in ordine di bramosia:Borges, Wells e, nel caso, Sclavi, la lista della spesa di Eco e la saga della Guida di Douglas Adams), e che si è già girato tutte le altre librerie della catena presenti in città, fallendo miseramente;
per dovere di cronaca, si tratta di un esemplare maschio sulla ventina, con faccia da beota, naso colante per il freddo, espressione da nerd, privo di compagna con cui riprodursi.

Il nostro eroe entra tronfio nella libreria L., sicuro che, finalmente, troverà i tomi ricercati. "Capperi, mi servono si e no una decina di libri, ne troverò almeno uno, no?"
Lapalissiano: la risposta sarà No.

Al piano terra si trova la libreria vera e propria, ovvero l'unico locale Lindo & Pulito di L..
Qui si trovano quantità immense di volumi firmati Bruno Vespa, Niccolò Ammaniti, Melissa P., Toto Cutugno e Peppino 'U Smandrappato che pubblica il suo diario privato, quello delle elementari; tutti quegli autori che sono i prossimi candidati al Nobel, insomma.
Al nostro amico, fuori dalla vita sociale comune, ciò non interessa, perciò decide di scendere al piano sotterraneo.

La numerazione dei Piani è tutt'oggi oggetto di studio e ricerca da parte degli studiosi; l'eminente antropologo arabo trapiantato ad Orbassano Hòm Tuttdunpèzz ha scritto:"Le librerie L. aprono le porte ad un altro mondo, quello letterario. L'utente deve, una volta entrato in una di esse, perdere coscienza di sè, e questo è incentivato anche dalla particolare numerazione dei piani: non 1,2,3, ma -1,0,1, a sottolineare la natura Infernale,Purgatoriale e Paradisiaca dei 3 livelli di lettura.".

Ciò corrisponde al vero, e il nostro nerd se ne accorge subito: Piano -1 (o Sotterraneo, o Sotterra, o C/O Cocito) è dedicato ai testi scolastici/universitari: cosa è più simile all'Inferno?
(Lo 0 è il piano Terra, quello col libro di Bruno Vespa, perciò ancora forma di espiazione, il 1° Piano è quello coi libri usati e a metà prezzo, la manna ricercata da ogni uomo dotato di buon senso).

I libri universitari sono disposti sullo scaffale con un sorprendente criterio matematico: il "dove va', va'".
Scorrendo l'ordine alfabetico (che c'è solo per mantenere una parvenza umana e convincere l'acquirente ad infilare la mano nello scaffale) si possono trovare "Picone" in mezzo "Brioschi" e "Brizzolati", "Aureli" fra "Vannucchi" e "Zanzariere" e un saggio sulle proprietà diuretiche dell'eucalipto nel settore (ah! ah!) della Letteratura&Filosofia.
Comunque sia, all'amico servivano 5 libri, e non ne trova nemmeno uno.

Mentre il suo viso si fa a metà fra lo sconsolato e il preoccupato (e riflette sulla possibilità di rubarli a qualcuno) risale le scale, pronto a visitare la sezione remainders, ove spera in migliori fortune.

Attenzione! La salita/discesa delle scale non è un operazione da poco; non si sa in quanti e quali pericoli possono incappare gli ignari viandanti; diciamo che i nemici più diffusi sono i Sosteggiatori Chiacchieroni, gli Indecisi SuEGiù e i Sistematori degli Scaffali che sguainano con fiero cipiglio poderosi tomi pesanti come mattoni.


Remainders: il nome aleggia nell'aria come un pensiero di Costantino, penetra nel naso, inebria la mente. Il Nostro da una scorsa: scaffali zeppi di libri si stagliano di fronte a lui. "Sì, questa volta qualcosa troverò! Ah! Ah!"

Barcolla un poco quando si accorge che manco questi sono in ordine, o lo sono solo di facciata, ma non si perde d'animo ed inizia una puntigliosa ricerca.
I libri che sta esaminando con lo sguardo, probabilmente, sono stati di proprietà di un Minatore di Brembate che deve averli usati per ravvivare il camino, tanto sono nere le sue dita dopo averli presi in mano.
Scorre, scorre, e... niente. Nulla. Nisba. Nada. Non c'è n'è neanche uno dei diecimila autori che gli interessavano.
"Ma come è possibile?"


L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI 'CLASSICO'-2°parte

L'ormai ex-possibile acquirente scende le scale, supera gli ostacoli e fa' per andarsene, ma... cosa c'è lì? Uno scaffale che gli era sfuggito? Anzi,due? si avvicina: "CLASSICI".
"Oh, finalmente Borges!" la gioia gli sprizza da tutti i pori.

Non può credere ai suoi occhi, i libri sono in ordine perfetto, limpidissimo, tutto sembra andare alla perfezione.
"B..b..Boccaccio, Boccaccio, Boccaccio, Bocc..ancora?!? Brul, Bronte, Bronte, Bronte, Bronte, Burgess, Buzzati, C.. cosa???"
Ebbene sì, controlla una, dieci, venti volte... non c'è Borges.

Questa è un'altra regola fondamentale se si vuol costituire una libreria: mai, e sottolineo mai, bisogna avere i libri di Borges. Dimenticatevi questo nome.
Del resto, a chi mai possono interessare "Finzioni", "L'Aleph", "Il libro di sabbia"?
Mentre, potete esserne certi, tutti faranno la fila per comprare i libri di Emily Bronte, Anne Bronte, Charlotte Bronte, il cane delle Bronte, lo zio delle Bronte e chi più ne Bronte più ne metta.

Borges non è degno di apparire fra i classici. Kerouac, le millemila Bronte e Pietro l'Aretino sì.
Borges è uno scrittorucolo da quattro soldi, quei 2-3 libercoli che ha fatto non solo bisogna farli pubblicare dall'Adelphi a prezzi proibitivi pure per Bill Gates, ma non bisogna neppure esporli sugli scaffali.
Ecco, questo assioma è noto come Legge dei Libri Invendibili, la legge che, da sempre e ovunque, controlla le librerie di tutto il mondo.

L'amico se ne va, deluso e amareggiato, ma nonostante tutto la sua natura nerdosa riprende il sopravvento e lo spinge a comprare l'Almanacco del Mistero 2008, che lo allieterà e gli farà concludere degnamente la giornata.

E poi dicono che i libri son meglio dei fumetti! (a parte le Bronte)

 
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9 replies since 11/10/2007, 18:24   282 views
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